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Rapporto 2016 sull’economia dell’immigrazione

 

Negli ultimi anni il fenomeno dell’immigrazione è divenuto uno dei temi centrali del dibattito pubblico e dell’agenda politica, in Italia e in molti i paesi europei. Se da un lato l’attenzione mediatica è stata catalizzata dall’emergenza dovuta all’accoglienza di profughi provenienti dal Medio Oriente e dal Nord Africa, non va dimenticato che la popolazione immigrata è ormai una componente stabile del nostro paese, protagonista da anni di processi di integrazione sociale, economica e culturale.

Considerando il calo demografico e l’invecchiamento della popolazione (in Italia, come in Germania e in Giappone, oltre un abitante su cinque ha almeno 65 anni), i sistemi produttivi e assistenziali del vecchio continente non possono prescindere dall’immigrazione. Inoltre, dato che la spesa pubblica italiana è orientata prevalentemente sulla popolazione anziana (in particolare sanità e pensioni), la componente immigrata – mediamente più giovane – ha un impatto molto debole sulla spesa pubblica.
Il rapporto 2016 della Fondazione Leone Moressa si concentra proprio sull’impatto fiscale della presenza immigrata in Italia: analizzando fonti statistiche ufficiali nazionali ed europee, vengono presi in esame – tra l’altro – il mercato del lavoro, il gettito Irpef, il contributo al PIL e i contributi previdenziali versati. Inoltre, il contributo di esperti autorevoli e l’analisi di casi studio consentono al lettore – sia esso un operatore del settore o un semplice cittadino – di avere elementi qualitativi utili a valutare l’apporto degli immigrati al welfare pubblico e al sistema economico nel suo complesso.